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F.A.Q.

Impianti elettrici

Quando si ha l'obbligo della redazione di un progetto dell'impianto elettrico da parte di un professionista?

La risposta a questa domanda è oggetto del DM 37/08. Questo Decreto Ministeriale impone la redazione del progetto, da parte di un professionista, non appena vengano superati i limiti di cui al comma 2 di codesto decreto. Ovvero

・ Impianti elettrici, di protezione contro le scariche atmosferiche, per tutte le utenze condominiali e per le utenze domestiche per le singole unità abitative avente potenza impegnata superiore a 6 kW o per le utenze domestiche per le singole unità abitative di superficie superiore ai 400 mq.
・ Impianti elettrici, realizzati con lampade fluorescenti a catodo freddo, collegati ad impianti elettrici, per i quali è obbligatorio il progetto e in ogni caso per impianti di potenza complessiva maggiore di 1200 VA resa dagli alimentatori.
・ Impianti elettrici, di protezione contro le scariche atmosferiche, relativi agli immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al terziario e ad altri usi, quando le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata superiore a 6 kW o qualora la superficie superi i 200 mq.
・ Impianti elettrici relativi ad unità immobiliari provviste, anche solo parzialmente, di ambienti soggetti a normativa specifica del CEI, in caso di locali adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di incendio, nonché per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in edifici di volume superiore a 200 mq.
・ Impianti elettrici, di protezione contro le scariche atmosferiche, relativi agli impianti elettronici in genere quando coesistono con impianti elettrici con obbligo di progettazione.
・ Impianti elettrici, di protezione contro le scariche atmosferiche, se sono inseriti in un’attività soggetta al rilascio del certificato prevenzione incendi.

Come deve essere redatto un progetto elettrico?

I progetti degli impianti elettrici devono essere redatti secondo la regola dell’arte. Sono considerati tali quelli redatti in conformità con le norme vigenti e alle indicazioni delle guide e alle norme UNI, del CEI o altri enti di normalizzazione appartenente agli stati membri dell’Unione Europea.

Cosa deve contenere un progetto elettrico?

I progetti degli impianti elettrici devono contenere i disegni planimetrici, che indicano la disposizione elettrica dell’impianto progettato, gli schemi elettrici dell’impianto e la relazione tecnica dell’impianto elettrico che indicano il modo, la descrizione e i materiali da utilizzare nel suddetto impianto.

Se mi faccio installare un salvavita sul mio impianto, poi sono a norma?

No! Per essere a norma, un impianto deve avere un differenziale da 0,03 Ampere e almeno un magnetotermico che protegga da sovraccarichi, evitando che i fili possano surriscaldarsi causando incendi. Inoltre, i conduttori devono essere marcati CEI, non infiammabili e non propaganti incendio; le prese devono avere i marchi CEE e devono essere dotate di alveoli chiudibili retrattili e, soprattutto, dev’essere presente il conduttore di terra colore giallo-verde. Per la fase cosiddetto positivo si può usare marrone, nero o rosso; per il cosiddetto neutro solo e sempre il blu.

Come faccio a sapere se il salvavita funziona bene?

Sul salvavita c’è un pulsante con scritto TEST, bisogna schiacciarlo mensilmente per effettuare il test. Attenzione: alcuni salvavita della prima generazione non sono più sicuri, in quanto la soglia di intervento è troppo alta in rispetto ai nuovi omologati; i vecchi sono da 0,3 Ampere mentre i nuovi sono da 0,03 Ampere, ma vanno comunque sempre verificati.

L'impianto elettrico ha bisogno di manutenzione?

La manutenzione è un aspetto fondamentale per essere certi che un impianto ci ripaghi, fornendo le adeguate prestazioni. La nostra azienda propone, a tal proposito, dei convenienti contratti di assistenza e manutenzione semestrali o annuali.

LED

Che cos'è il LED?

Il Diodo LED (Lighting – Emitting – Diode), la cui comparsa risale all’inizio degli anni Sessanta, è un dispositivo a semiconduttore che, se attraversato da una corrente attraverso la giunzione PN, emette fotoni.
In pratica, un LED trasforma l’energia elettrica in energia luminosa. Il colore (lunghezza d’onda) della luce emessa, l’efficienza nella conversione elettro-ottica e quindi l’intensità luminosa ottenuta, dipende dalla natura e dalla condizione del semiconduttore utilizzato e si estende dall’infrarosso alla gamma della luce visibile fino in prossimità degli ultravioletti. È cosa poco conosciuta che i LED sono dispositivi reversibili, infatti, se la giunzione viene esposta direttamente ai raggi solari o a una forte fonte luminosa sui reofori, è possibile rilevare una tensione.

Cos'è un lumen?

Lumen, il cui simbolo è lm, è l’unità di misura assunta del Sistema Internazionale (SI) con cui si misura il flusso luminoso emesso da una sorgente luminosa. A titolo d’esempio, una lampadina a incandescenza (standard europeo) da 100 Watt 230 Volt emette circa 1200-1400 lm pari a circa 13.8 lm/W.

Cos'è il CCT?

Il Correlated Color Temperature (CCT) è una caratteristica della luce visibile che ha notevole importanza nelle applicazioni dell’illuminazione. In illuminotecnica è un termine utilizzato per quantificare la tonalità della luce.
La temperatura del colore di una sorgente luminosa è determinata confrontando le sue tonalità con quelle emesse da un corpo nero teorico riscaldato. Di certo una sorgente reale differisce da un corpo nero ideale, ma l’analogia rimane valida.
L’unità di misura della Temperatura di colore è il grado Kelvin (°K). Quando si dice che luce è calda, comunemente questa corrisponde ad una temperatura di colore bassa, al contrario, invece, una temperatura maggiore produce una luce comunemente definita fredda.

Dove possono essere utilizzati i LED?

Praticamente ovunque!

・ Illuminazione d’architettura.
・ Illuminazione da intrattenimento.
・ Illuminazione commerciale.
・ Illuminazione residenziale.
・ Illuminazione d’emergenza.
・ Illuminazione stradale.
・ Illuminazione di parcheggi interni ed esterni.

Il LED inquina?

Il LED non contiene gas nocivi per la salute e non ha sostanze tossiche, a differenza delle fluorescenti e delle lampade a scarica (alogenuri metallici e vapori di sodio, mercurio). Totale assenza di inquinamento luminoso: il LED brilla, ma non satura l’ambiente. Zero sono le emissioni di raggi ultravioletti che, in via generale, sono dannosi per l’uomo per lunghe esposizioni nel tempo.

Quale risparmio si ha utilizzando il LED?

I LED sono molto più efficienti delle lampadine a filamento; in altri termini, a parità di corrente consumata, producono molta più luce. Al di là del risparmio energetico, che è il motivo per cui sono diffusamente impiegati nell’illuminazione pubblica e nei semafori, i LED generano anche un notevole risparmio economico.

Le lampadine a LED per la casa sono sicure? Possono essere impiegate ovunque?

Le lampadine a LED possono essere impiegate dovunque, infatti assorbono meno corrente, non si scaldano, non si rompono facilmente (per esempio, a seguito di urti accidentali) e comunque non creano pezzi di vetro e non rilasciano gas pericolosi, come invece accade con certe lampadine al mercurio o con i tubi al neon.

Impianti acqua e gas

È obbligatorio il foro di aerazione in cucina?

La norma di riferimento è la UNI-CIG 7129/08, la quale definisce:

・ ventilazione: afflusso di aria necessaria alla combustione;
・ aerazione: ricambio dell’aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione, sia per evitare miscele con tenore pericoloso di gas combusti.

La norma UNI-CIG 7129/08 stabilisce che la ventilazione di un locale dove è installato un apparecchio a gas (tipo apparecchio di cottura, caldaia a camera aperta, stufa a camera aperta) è sempre obbligatoria. Tale ventilazione può essere realizzata in diversi modi:

・ apertura permanente verso l’esterno (foro basso nella muratura esterna o nell’infisso),
・ condotti singoli con determinate caratteristiche,
・ ventilazione attraverso altri locali con determinate caratteristiche.

È obbligatoria la cappa aspirante in cucina?

La norma UNI-CIG 7129/08 stabilisce che l’aerazione di un locale con apparecchio di cottura a gas è sempre obbligatoria, tramite diversi sistemi:

・ cappa a tiraggio naturale collegata ad un condotto sfociante verso l’esterno,
・ cappa aspirante elettrica collegata ad un condotto sfociante verso l’esterno,
・ elettroventilatore nella parte alta della parete/infisso, 
・ apertura diretta verso l’esterno (alta per il gas metano e bassa filo pavimento per il GPL).

A cosa serve un'autoclave?

Serve ad aumentare la pressione nell’impianto idrico quando le prestazioni dell’acquedotto sono insufficienti. Normalmente una pressione di 2 bar al rubinetto è sufficiente per avere una buona portata.

Vorrei ristrutturare il bagno di casa: attualmente ho una cassetta di scarico alta a catena, ma vorrei mettere il passo rapido. Si può?

No, le leggi comunali, a Milano, hanno vietato l’uso dei passi rapidi, a causa dello spreco di acqua potabile.

Cablaggio strutturato – Sale CED – Certificazione impianti

Che cos'è il cablaggio strutturato?

Il cablaggio strutturato di un edificio è l’impianto che permette il collegamento dei computer in rete locale e dei telefoni alla centrale telefonica dell’edificio stesso. L’utente collega il computer e/o il telefono e i fax mediante le apposite prese, di solito a muro. L’apparato di rete implementa, tra l’altro, il protocollo di rete Ethernet e l’insieme dei diversi apparati realizza la rete locale dell’edificio (LAN o Local Area Network).

In un edificio il cablaggio raggiunge tutti i locali e si sviluppa sia in verticale che in orizzontale. La parte verticale, detta dorsale (realizzata mediante cavi in fibra ottica per la parte dati e cavi multicoppia in rame per la parte telefonica), collega tra loro tutti gli armadi di piano, che, a loro volta, raccolgono tutti i cavi in rame che realizzano la distribuzione orizzontale e terminano con le prese di utente (placchette).

Lo standard prevede una presa d’utente costituita da due connettori RJ45 (una per i dati e l’altra per il collegamento telefonico). L’Ateneo ha da tempo definito la postazione di lavoro costituita da tre connettori. Visto che il connettore utilizzato è normalmente unico (RJ45) è comunque indifferente collegare alle prese d’utente apparecchi telefonici (telefono, fax) o computer. È solo lato armadio che avviene la corretta erogazione del servizio.
Le prese d’utente sono di norma etichettate in modo permanente e visibile, così da identificare univocamente la presa stessa e il relativo armadio di riferimento.

In conclusione, le componenti di una rete sono:

・ le componenti passive del cablaggio (cavi in rame, cavi in fibra ottica, armadi, pannelli di raccordo, etc.) che realizzano il collegamento fisico,
・ gli apparati attivi di rete (hub, switch) che servono per rendere attive le prese del cablaggio,
・ gli apparati di internet working (router) necessari per interconnetere tra loro le reti.

La vostra azienda realizza Sale CED (Centro Elaborazione Dati)?

Sì, la nostra azienda progetta e realizza Data Center e Sale CED, con analisi specifica degli aspetti di carico, di autonomia degli UPS, di gestione del calore, di gestione e di sicurezza ambientale; gruppi di continuità, sistemi di condizionamento, sistemi di distribuzione dell’alimentazione, controllati da rilevatori e sonde che forniscono informazioni continue a sistemi di monitoring, in grado di interagire con l’infrastruttura IT.

Impianti e cablaggi aziendali devono essere certificati?

Sì, i cablaggi aziendali devono essere testati e certificati con la più moderna strumentazione di misurazione per le reti. Questo permette al cliente di vedergli rilasciato un documento che garantisce la perfetta idoneità del cablaggio agli standard internazionali del settore.
Tutte le prese e le parti dell’impianto saranno testate sulla base dello standard internazionale ISO/IEC. La nostra azienda collabora con partner in grado di certificare l’impianto in base alle vigenti normative di legge, rilasciando il progetto e la certificazione.

Impianti d’allarme, antifurti e antintrusione

Quanto è sicuro un allarme?

Il grado di sicurezza di un allarme si indica con un valore da 1 a 4, che corrisponde al livello di protezione degli impianti di allarme e antintrusione, secondo la classificazione della norma CEI 79-3.

  • Grado 1: RISCHIO BASSO
    Attacchi da soggetti inesperti, intrusi con bassa conoscenza di impianti di allarme e con attrezzatura limitata.
  • Grado 2: RISCHIO MEDIO-BASSO
    Attacchi da soggetti con competenze minime, intrusi con limitate conoscenza degli impianti di allarme e attrezzatura apposita.
  • Grado 3: RISCHIO MEDIO-ALTO
    Attacchi da soggetti con competenze elevate, intrusi pratici di impianti di allarme con attrezzatura apposita ed elettronica.
  • Grado 4: RISCHIO ALTO
    Attacchi da soggetti che hanno competenza specifica del sistema, intrusi organizzati per pianificare intrusioni, esperti di impianti di allarme, dotati di attrezzatura apposita e parti sostitutive dell’impianto.

Il grado di sicurezza viene stabilito prendendo in esame:

・ i materiali utilizzati (tipologia, certificazione, marchiature di qualità);
・ il posizionamento dei sensori a difesa dell’abitazione.

Tra un antifurto senza fili e un antifurto con i fili, a parità di qualità dei prodotti, non esistono differenze riguardanti affidabilità e prestazioni. La differenza tra i due impianti è data dalla presenza, o meno, di una predisposizione per l’impianto filare con una tubazione sottotraccia nell’abitazione. Se questa non è presente, è preferibile installare un impianto senza fili, in modo da evitare canalizzazioni esterne o lavori di muratura.

La presenza di sensori, all’interno dell’abitazione o collocati su porte e finestre, rappresentano un utile sbarramento nel caso in cui il ladro non fosse scappato con lo scattare dell’allarme esterno.

Come si compone un impianto antintrusione?

Un impianto antintrusione è composto da tre parti:

  1. Centrale d’allarme, completa di alimentatore e batteria di accumulatori per funzionare anche in mancanza di energia elettrica
  2. Rilevatori o sensori per i tentativi di intrusione
  3. Attivatori (sirene, combinatori telefonici), dispositivi d’allarme locali o remoti

La nostra azienda è in grado di effettuare una corretta analisi dei rischi, studiare l’immobile e le sue caratteristiche e proporre il corretto sistema di allarme che risponda alle esigenze dei clienti.

È possibile installare impianti d’allarme misti, cioè composti da una parte di sistema con i fili e una parte del sistema via radio.

Un impianto d’allarme di qualità, installa sensori che sono immuni ad animali delle dimensioni massime di 20/25 kg.

Che differenza c'è tra un sistema di allarme volumetrico e uno perimetrale?

Il sistema di allarme volumetrico è un sistema installato all’interno dell’abitazione, in grado di intercettare una presenza fisica o qualunque movimento. I sensori volumetrici vengono distinti in base alla tecnologia che utilizzano per rilevare l’intrusione:

・ infrarossi attivi e passivi,
・ microonde (onde eletromagnetiche),
・ doppia tecnologia: infrarossi + microonde,
・ contatti magnetici: applicati a porte e finestre.

Il sistema di allarme perimetrale, invece, è una protezione esterna all’abitazione, installata lungo le pareti, creando un muro di difesa. Questo sistema suona solo se vengono aperte finestre, porte finestre e porte di ingresso.

Come funziona un sistema di allarme?

Per attivare o disattivare i sistemi di allarme e antifurto si utilizzano tre tipologie di strumenti.

・ Tastiere: attivano o disattivano l’allarme attraverso un codice numerico o alfanumerico; possono essere sia interne che esterne.
・ Chiavi elettroniche: contengono uno speciale codice selezionato tra miliardi di combinazioni possibili.
・ Telecomandi: lavorano a radiofrequenza disattivando/attivando l’impianto di allarme direttamente dall’esterno.

I sistemi di antifurto e allarme senza fili di qualità sono sicuri perché utilizzano trasmissioni criptate e cambio sequenziale del codice ad ogni trasmissione.

Il suono di una sirena d’allarme non fa intervenire i vicini, ma la sua presenza è un primo deterrente per i ladri. La sua presenza indica che la casa è protetta e questo significa che mentre suona è probabile che un combinatore telefonico stia già chiamando qualcuno che interverrà.

Il combinatore telefonico è un elemento fondamentale in un sistema d’antifurto a regola d’arte. Quando il sistema d’allarme rileva un intrusione, il combinatore telefonico inoltre una chiamata al proprietario o a chiunque debba intervenire. Esistono combinatori telefonici che utilizzano la linea fissa telefonica dell’abitazione e altri che sono predisposti per integrare una scheda SIM ed utilizzano, quindi,  la linea cellulare.

Videosorveglianza

Che cos'è un DVR? E a cosa serve la funzione Motion Detector?

I Digital Video Recorder (DVR) non sono dei semplici videoregistratori, come quelli VHS che nei primi anni Novanta erano presenti in tutte le nostre case. Si tratta piuttosto di apparecchi molto moderni ed avanzati che filtrano le immagini provenienti dalle nostre telecamere e le archiviano nel loro Hard Disk interno.
I DVR hanno, inoltre, tutta una serie di software installati che intendono facilitare il lavoro di monitoraggio ed implementare i sistemi di sicurezza più avanzati.
Una delle funzioni che risulta sicuramente più utile di questi apparecchi è la Motion Detector, con la quale si può registrare soltanto ciò che interessa, eliminando ore ed ore di registrazioni totalmente superflue.

La funzione Motion si può impostare direttamente dal DVR, utilizzando i parametri di configurazione che ordinano all’apparecchio di registrare solamente quando si è in presenza di movimento, tralasciando tutto il resto. Questo porta naturalmente a due enormi vantaggi: una grande riduzione dello spazio necessario sull’Hard Disk per le registrazioni e, soprattutto, la riduzione del tempo necessario per visionare tutti i video ritenuti interessanti.

Qual è la distanza di ripresa delle telecamere di videosorveglianza?

Le telecamere di videosorveglianza sono elettroniche, ma possiamo senza dubbio paragonarle all’occhio umano. Anch’esse, infatti, hanno dei limiti e possiedono una loro capacità di visione, oltre la quale non possono “vedere”, oppure “vedono”, ma con alcune limitazioni in merito a ciò che possono inquadrare nel dettaglio.

Quando si progetta la costruzione di un sistema di videosorveglianza bisogna tener conto, oltre ad altri parametri, anche questo fattore della distanza di ripresa, oltre la quale “l’occhio della telecamera” non riesce ad andare.

Come funziona la registrazione e l'invio allarmi nei DVR?

Ciascun DVR ha le sue funzioni e le sue caratteristiche peculiari, ma ciò non toglie che tutti abbiano delle funzioni di base. Naturalmente, non vi è neppure motivo di sottolinearlo: tutti devono registrare i video ed archiviarli nell’Hard Disk, in modo tale che poi l’utente possa prenderne visione sul monitor. Tuttavia, essi devono anche avere una serie di funzioni, appunto, basilari, per essere considerati discreti: la funzione Motion e la funzione Allarme. Senza queste due funzioni, ci troviamo in presenza di un DVR di bassa qualità.

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